VITA E MISSIONE DELLA SERVA DI DIO ROSALIA CELAKÓWNA

02.11.2015 08:13

Vita e missione della Serva di Dio Rosalia Celakówna

Traduzione di Sr.Maria Teresa Bator  

Fonte: https://www.voxdomini.com.pl/sw/sw16.html


"Se la Polonia non rinascerà spiritualmente e non abbandonerà i suoi peccati, perirà, perché mi farebbe un terribile oltraggio ..."

         Queste parole furono pronunciate da Gesù alla Serva di Dio Rosalia Celakówna, nel tentativo di salvare attraverso di essa la nostra nazione, indicando che l’unica sua salvezza sta nel Sacro Cuore. Il 5 novembre 1996, a 52 anni dalla morte di Rosalia, S.E. Card. Franciszek Macharski aprì il processo della sua canonizzazione.

 

1. VITA DI ROSALIA CELAKÓWNA

La famiglia una scuola di fede e di preghiera

  Rosalia nacque a Jachówka, a pochi chilometri da Maków Podhalański, il 19 settembre 1901 ed era la maggiore di otto figli. La fede in Dio le fu trasmessa dai genitori, i quali godevano della fama di persone credenti, cortesi, benevoli verso tutti e che vivevano ogni giorno nella luce della fede in Dio. Questa fede si esprimeva nella preghiera familiare e nella saggezza dei consigli dati ai figli e confermati con il proprio buon esempio.

   «Ricordati, bambina mia - insegnava la madre - che Dio buono è presente ovunque, in ogni luogo. Lui ti vede; vede tutto, vede quello che fai, come ti comporti, se ti comporti bene o no, se sei obbediente. Quando sei buona e obbediente, gioisce ed è contento di te. Se sei scortese e disobbediente, è addolorato, perché tale comportamento ferisce il suo Sacro Cuore, che ti ama molto e ama tutti».

   Indicando il tabernacolo diceva: «Là, dove è accesa sempre la luce, è presente il Signore Gesù. Là devi guardare e devi comportarti come conviene comportarsi a casa o nel palazzo reale, ma anche con maggior rispetto e riverenza perché il Signore Gesù è Dio, mentre un re è solo un uomo».

   «La fedele osservanza dei comandamenti di Dio - dicevano i genitori - e l’adempimento ai doveri del proprio stato, questa è la vera pietà, non il rimanere lungo tempo in chiesa trascurando i propri impegni».

   La madre dava molta importanza all’amore per il prossimo: «L’amore verso il Signore Gesù, figli miei, si rivela nel vero amore verso il prossimo». «Non fate mai nulla per piacere alla gente, ma solo per piacere al Signore Gesù».

   In questa scuola si formò l’anima pura e santa di Rosalia, crescendo nell’amore di Dio attraverso l’amore verso tutti gli uomini.

Le prime grazie mistiche conducono verso la croce

   Quando Rosalia ebbe 6 anni, fu ingiustamente accusata di aver picchiato un’altra bambina e ricevette una punizione. Il Maestro Divino approfittò di questa circostanza per insegnarle il principio fondamentale della vita in unione con Dio: le suggerì di offrire a Lui con amore quella sofferenza non meritata. Rosalia scrisse al riguardo: «È stato il primo incontro interiore del Signore Gesù con la mia misera anima, esso rimarrà incancellabile». La lezione non fu vana. Rosalia trascorse nel sacrificio la sua vita breve, nell’umiltà e nel nascondimento, non chiedendo mai nulla per sé, offrendo tutto al Sacro Cuore di Gesù per espiare gli oltraggi e le offese che Gli venivano  fatte.

Il desiderio dell’Eucaristia

   «La tua anima dopo il ricevimento degno della Santa Comunione - insegnava la mamma - sarà come questo ostensorio d’oro sull’altare, in cui si espone il Signore Gesù... Allora, bambina, devi dire  tutto quello che vuoi al  Signore Gesù». «E come faccio a parlare al Signore Gesù?» - chiedeva lei.-  «Oh, semplicemente, sinceramente come fa un fanciullo. Così come parli ora con me. E ricordati che il Signore Gesù predilige i cuori semplici, schietti, che amano intensamente. Al Signore Gesù piace quando ci rivolgiamo a Lui come fanno i bambini. Ma ricordati che devi ringraziarLo molto per tutte le grazie ricevute. Chi sa essere grato al Signore Gesù per i Suoi doni, già dà prova d’amore ardente verso di Lui».

   Come era usanza allora, poteva ricevere la sua Prima Santa Comunione soltanto dopo essersi confessata tre volte. A causa di questo, provava un grande dolore. Mentre guardava le persone che si avvicinavano alla Mensa del Signore, piangeva: «Signore Gesù, vieni nel mio cuore, perché senza di te non posso vivere. Ti prego, Signore Gesù, vieni nel mio cuore, perché non diventi cattiva né  ti rattristi mai».

   Finalmente arrivò il momento tanto atteso: 11 maggio 1911. Era emozionata, non dormì tutta la notte. Evitò di trattenersi con altri bambini, temendo di offendere in qualche modo Gesù. Pregava Maria Santissima: «Mia dolcissima e amatissima Madre! Dammi Gesù, te lo chiedo con tutta l’anima. Digli di concedermi la grazia di amarlo ardentemente e perché il Tuo e il mio Gesù mi preservi dal peccato per sempre e perché io Gli resti fedele fino alla fine della mia vita».

«Bambina mia - sentì - Io non ti abbandonerò mai».

«Gesù mio - pregava - non voglio niente altro, solo l’Amore. Voglio amarti tanto quanto una creatura può amare il suo Dio. Tu, mio Gesù, nessun’altro!».

«Bambina mia1, chiedimi ora ciò che desideri» fu la risposta.

«Gesù mio dolcissimo - sussurrò Rosalia - non voglio chiederti niente altro che questo: di non offenderti mai, neppure con un’ombra di peccato volontario, perché il peccato si oppone al tuo Amore. Gesù mio! Dammi, ti prego, l’Amore: che io ti possa amare come nessun’altro bambino ti abbia mai amato; che ti sia fedele fino alla fine della mia vita. Tu sei Dio, Signore Gesù, perciò tu sai tutto; e se sai che nel futuro io potrei rattristarti con i peccati, trova il rimedio adesso. Lasciami morire piuttosto che offenderti in futuro! Te lo chiedo per l’intercessione della nostra dolcissima Madre, la Santissima Vergine Maria».

   Sempre ricordava con affetto quel giorno: «Dalla mia Prima Comunione, il Signore Gesù ha riversato nel mio cuore un amore speciale per il Santissimo Sacramento e per la Beata Vergine Maria».

Studentessa esemplare

   Nel giugno 1914, Rosalia finì la scuola elementare di 6 anni con il massimo dei voti. Studiava molto bene. Tuttavia, la prima guerra mondiale e la situazione finanziaria dei genitori non le permetteva di proseguire gli studi, anche se lo desiderava molto. Soltanto a Cracovia, dopo aver iniziato il lavoro in ospedale, cominciò a integrare la sua formazione culturale a scopo di servire meglio i malati. L’8 ottobre 1937 ricevette un diploma di infermiera professionale. Da quel momento ebbe il diritto e l’onore di portare la cuffia bianca con un nastrino nero, ma per umiltà e amore di nascondimento non volle mai indossarla.

Sulla via verso la santità

   Fin da bambina, Rosalia ebbe un carattere esuberante e non era molto obbediente. Grazie alla formazione ricevuta dai genitori pii e prudenti, presto cominciò a lavorare su sé stessa. La mamma le diceva: «Il Signore Gesù vede tutto e conosce tutti i tuoi pensieri, i desideri e in genere tutte le cose più nascoste. Quando ti comporti bene, mantieni la calma e quando preghi, il Signore Gesù con soddisfazione e gioia ti guarderà; ma se ti comportassi male, sappi che con ciò rattristeresti molto il Signore Gesù. Egli ascolta tutto quello che gli domandi e te lo concederà, ma devi credere».

   All’età di sei anni, Rosalia fece il proposito di comportarsi come una fanciulla disciplinata, docile e diligente nello studio, per non dare alcun dispiacere né a Gesù né ai genitori. Dopo aver litigato con qualcuno, cercava di vincersi non senza difficoltà e piangendo chiedeva il perdono. Quando veniva accusata ingiustamente, tutto ribolliva in lei. Tuttavia, cercava di dominare il risentimento, usciva fuori, per tornare solo dopo aver riconquistato la calma. Così faceva finché il suo temperamento non divenne docile e mite.

   La biblioteca di casa abbondava di libri di spiritualità cristiana. Non mancavano i libri con le vite dei santi, con esempi ammirevoli di vita tutta consacrata a Dio. A 18 anni conobbe la vita di San Francesco di Sales e mentre leggeva quanto quel Santo avesse dovuto combattere con il proprio temperamento, udì una voce: «Se lui ha potuto, con l’aiuto della mia grazia, raggiungere la perfezione spirituale, perché non sarebbe possibile per te? Lavora, prega e la mia grazia non ti mancherà».

   Rosalia fece quindi il proposito che per Gesù sarebbe stata disposta a rinunciare al proprio io, con l’aiuto promesso della sua grazia, anche se ciò le fosse costata la vita. Quando poi subiva un’umiliazione, il cuore era molto agitato, ma restava calma, taceva e rivolgeva il suo pensiero alla croce.

   Meditando su come diventare santa, giunse ad una conclusione: «Amare il Signore Gesù alla follia, fino alla completa dimenticanza di sé, ardere come un sacrificio sull’altare dell’Amore». Un giorno meditando in solitudine udì: «La santità è l’amore. Quell’anima arriverà alla più alta perfezione, che avrà più amato il Signore Dio».

Nella scuola della sofferenza

   Una svolta decisiva si verificò nella vita spirituale di Rosalia quando ebbe una grave malattia all’età di 15 o 16 anni. Nessuno riusciva a scoprirne le cause. Per un mese, rimase a letto senza potersi muovere. Non voleva essere un peso per la famiglia, perciò decise di fare la novena alla Madonna Addolorata per chiedere la salute, se quest’era la volontà di Dio. Il nono giorno della novena, con stupore di tutti, si alzò completamente guarita. Molti anni più tardi comprese che quella sofferenza doveva prepararla ad un’esperienza spirituale ancora più pesante, alla “notte dello spirito” che sarebbe durata per molti anni.

Nella scuola della solitudine

   Nella vita di Rosalia Celakówna non mancano analogie sorprendenti con la vita di un’altra apostola del Sacro Cuore: S. Margherita Maria Alacoque. Si può notare come Gesù, con la sua guida, volle preparare in quest’anima eletta, una creatura che potesse espiare gli oltraggi, nell’amore per la croce fino alla follia, nel progressivo distacco dalle creature, per renderla completamente legata a Sé e per inviarla nel mondo con una grande missione salvifica. Come Santa Margherita, Rosalia ricorda una certa esperienza dell’infanzia: una volta, a sette anni, stava giocando con alcuni bambini, ma sentendosi però come un’estranea, se ne andò. Nell’anima udì una voce dolce: «Bambina mia, dammi tutta te stessa! Sii mia! Il mondo non ti darà mai la felicità, non potrà soddisfare i tuoi desideri. Dammi te stessa e troverai tutto. Io non ti abbandonerò mai».

   Da quel momento, una forza invisibile la trascinava verso la solitudine e una voce interiore la esortava: «Offrimi, bambina, tutto quello che hai, in sacrificio, e io ti farò tanto felice. Il mondo non potrà mai darti la felicità e nemmeno una soddisfazione».

   La compagnia delle care amiche di scuola suscitava in lei una certa amarezza e nell’anima una voce diceva: «Bambina! Le creature non possono soddisfare il tuo cuore. Solo Dio lo può soddisfare. Io posso bastare per tutto».

   Nella solitudine ritrovava Gesù e sempre con maggiore chiarezza vedeva la vanità delle cose terrene. «Le creature non ti possono bastare - ripeteva una voce misteriosa - Il loro amore è molto imperfetto. Solo Dio può colmare d’amore il tuo cuore. Quando mi darai te stessa senza riserve, potrai vivere in pace... ». «Bambina mia, amami, perché il mio cuore per primo ti ha amata. Amami per tutto il mondo! Io farò allargare il tuo cuore e lo riempirò di amore, perché tu possa ripagarmi con l’amore per l’Amore».

Dolorosa ricerca della volontà di Dio

   Rosalia adolescente era alla ricerca di un luogo, dove avesse potuto compiere nel modo più perfetto la volontà di Dio. Non pensava al matrimonio. Allo stesso tempo, era sempre più convinta che la casa familiare non fosse il luogo voluto da Dio per lei. Dove andare? Lei non lo sapeva. Non sapeva nemmeno con chi consultarsi. Il confessore, senza rendersi conto delle sue difficoltà, prima la sgridò e poi la cacciò via. La voce interiore la invitava a rompere tutti i legami. Non voleva opporsi a Dio. Per otto anni (1916-1924) con pazienza chiese a Gesù di poter conoscere la Sua volontà. Con questa intenzione si recò nel luglio del 1922 in pellegrinaggio a piedi a Częstochowa. Ella in casa sua stava bene, ma si sentiva come in una prigione, e non poteva andare a messa ogni giorno. Infine, in contrasto con la famiglia che la giudicò severamente, decise di lasciare Jachówka. Le pareva di sentire la voce di Gesù: «Non aver paura! Lotta con coraggio stretta al Mio Cuore, da cui dovrai trarre forza per tutta la vita. Riceverai la grazia di amare la sofferenza come io l’ho amata». A Rosalia non importavano i rimproveri dei propri parenti. Gesù, per il quale lasciò la casa, prese completamente possesso della sua anima. Era il 27 Agosto 1924.

Notte oscura dello spirito

   Una grande sofferenza spirituale di Rosalia, una lunga notte oscura, iniziò a Jachówka nel 1919 e si conclude a Cracovia a marzo 1925, prima con la visione terribile dell’inferno, e poi con la visione del cielo. Scrisse di questo nelle sue memorie: «Quelle sofferenze erano mille volte peggiori della morte... Quando la mia anima veniva ostacolata da tutti i lati dalle afflizioni, lentamente Dio spariva dalla mia vista, lasciandomi in tale buio che nessuna ragione umana avrebbe potuto descriverlo. Sentivo sopra di me la mano pesante di Dio indignato... Mi sembrava che da un’ora all’altra sarei caduta negli abissi dell’inferno. Davanti all’anima mia si presentavano peccati e crimini mostruosi che sembravano essere commessi da me... Sentii la voce: “Per te nessuna pietà, è arrivata l’ora della tua dannazione”. In quei momenti perdevo conoscenza e un sudore mortale bagnava il mio corpo. Sentivo arrivare alle mie orecchie il sussurro: “Sei condannata, non c’è più nessun aiuto per te”. Uno solo di quei giorni era terribilmente difficile da vivere».

   Questa dolorosa esperienza durò 6 anni. Rosalia lottava con le tentazioni contro umiltà, purezza e fiducia. Ma non commise mai un peccato mortale, come testimoniano i suoi confessori. Combatté con la preghiera, stringendo sempre nella mano una corona del rosario.

   Tormentata dagli scrupoli, ella credeva che ogni impulso, ogni tentazione fossero peccati. Aveva l’impressione di sprofondare nell’inferno. Le venivano alla bocca le bestemmie, nel suo animo nascevano ribellione e odio. In quei momenti con tutta la forza di volontà si rivolgeva a Dio, implorando la sua misericordia. Cercava aiuto nella confessione, ma invano, i sacerdoti non la capivano. L’unica liberazione le pareva essere la morte. Sentì la tentazione del suicidio. Non si trattava solo di giorni e settimane di angoscia, ma di anni.

   Nel marzo del 1925 si recò alla chiesa dei Padri Domenicani a Cracovia. Davanti all’immagine della Madonna del Rosario, aprì il suo cuore: «Madre Santissima! Sono convinta che Gesù non ha mai avuto al mondo e non avrà mai una peccatrice così vile e mostruosa come me. Mi vedo respinta da Dio, nelle mie orecchie costantemente risuona la condanna e giustamente tutti sulla terra mi ritengono una sventurata. Dovrò morire non riconciliata con Dio, perché i confessori mi respingono dal confessionale. Se non può essere altrimenti ti chiedo, o Madre, Rifugio dei peccatori, la grazia di amarti qui sulla terra per tutto il tempo che resta della mia vita. I dannati odiano Dio e Te. Io non posso credere di poter odiare Gesù né Te. Se mi concederai, Madre mia, la grazia di amarTi qui sulla terra, la mia anima dopo nell’inferno non proverà i rimorsi di aver amato qualche altra cosa oltre Dio e te».

   Piangeva, non poteva più pregare. La sua anima fu momentaneamente pervasa di pace. Ma poi  nuovamente sentì il tormento nel cuore. Vide l’inferno e Dio adirato che sembrava volerla condannare. Era coperta di sudore e gli occhi si riempirono di sangue. Cominciò ad agonizzare. Fu circondata da una terribile oscurità e dai dèmoni che tra urla e risate ripetevano: «È l’ora della perdizione. Oggi tutto finirà per te». Sentiva il fuoco che bruciava il suo corpo... Poi svenne. Quell’orribile esperienza terminò all’improvviso, come se avvenisse un risveglio. Sei anni di tormenti erano finiti.

Cracovia, ospedale San Lazzaro: «Il Signore Gesù mi chiese di lavorare in questo posto…»

   Dopo il suo arrivo a Cracovia, il confessore cercò di farla ammettere nel Convento delle Visitandine. Inutilmente. Nel mese di aprile del 1925, Rosalia iniziò a lavorare presso l’ospedale S. Lazzaro nel reparto chirurgico, e dal 1° giugno fu trasferita al reparto dermatologico e delle malattie veneree. «Il primo giorno sentì le parole di Gesù durante la preghiera: “Bambina mia! Il tuo posto è nell’ospedale, sei qui per la mia volontà”…».

   Poi la sua missione divenne più esplicita: «Occorrono sacrifici per la Polonia, per il mondo peccaminoso... i peccati di lussuria terribilmente feriscono il mio Sacro Cuore. Esigo l’espiazione».

   Il lavoro nel reparto delle malattie veneree era pesante. Si sentiva sopraffatta da quel nuovo ambiente a lei sconosciuto. Il comportamento arrogante dei pazienti la feriva. Per la sua anima era un inferno. Ma proprio qui doveva farsi carico di quei sacrifici necessari per espiare gli oltraggi fatti al Cuore di Gesù.

   Il Venerdì 11 giugno 1926, Solennità del Sacro Cuore, al mattino, Rosalia ebbe una visione. L’ha descritta in questo modo:

   «Mi sembrava di aver iniziato il mio lavoro, come al solito, con l’intenzione di fare il tutto per amore del Signore Gesù. E così stavo compiendo il mio dovere, impostomi dall’obbedienza, anche per le cose insignificanti agli occhi degli uomini. Dopo qualche istante, vidi che il Signore Gesù compiva insieme a me ogni gesto, anche il più comune come quello di spazzare. Non osavo andare dal Signore Gesù, allora Lui venne da me e mi disse queste parole: “Bambina mia, sei in questo posto per la mia volontà, ho guidato la tua vita per farti arrivare fin qui. Ti ho donato una nostalgia irresistibile di me, ho suscitato questi desideri nella tua anima, ho trasformato in amarezza tutto ciò che non sono io e ciò che poteva allontanarti da me. Ti ho portato via dalla casa di famiglia, non ti ho permesso alcuna soddisfazione interiore. Qui troverai la vera soddisfazione interiore e potrai godere della libertà perché sei nel posto giusto. Sai che io sono sempre con te e ti sostengo con la mia grazia, e ancora rimarrò con te. E anche se non mi vedrai con gli occhi come ora, mi guarderai con gli occhi della tua anima e dovrai credere, perché se io non fossi con te, tu da sola non saresti mai in grado di sopportare queste condizioni. Ascolta, bambina mia, devi amare con tutto il cuore la vita nascosta e dimenticata, il lavoro che non è considerato e non ha importanza agli occhi degli uomini. Evita di fare le opere grandi che la gente esalta perché tali azioni  non contano ai miei occhi, in quanto deturpati dall’amor proprio. La gente guarda sempre verso l’esterno, io invece guardo il cuore: la purezza d’intenzione. I giudizi umani sono completamente diversi da quelli di Dio. Sì, bambina! Devi amare una vita nascosta, essa contiene tanta felicità! Ti crocifiggerò, umilierò, ma nell’anima tua sarai felice per questo. Mi comporterò con te in questo modo perché ho dei progetti riguardo alla tua anima, ma affinché essi possano realizzarsi, dovrai essere fedele alla mia grazia in tutte le cose. Devi essere calpestata, disprezzata e crocifissa e devi amare la vita nascosta sul modello della mia vita a Nazareth ed evitare quelle azioni che ti potrebbero far valere presso le persone, perché tali atti - lo ripeto ancora - non hanno alcun valore ai miei occhi. Se non credi a quello che ti sto dicendo vieni con me e ti farò vedere dove registro le grandi opere compiute dagli uomini senza un’intenzione pura, ma solo per farsi notare”».

   «Gesù mi portò presso una grande discarica dalla quale estrasse un libro enorme, e continuò: “Qui scrivo le grandi gesta che gli uomini compiono senza intenzioni pure, o quando la loro intenzione è contaminata dall’amor proprio e dalla vanità”. Gesù voltava le pagine di questo libro e diceva: “Queste pagine vuote rappresentano opere compiute senza una buona intenzione e quelle contraddistinte dalle lettere nere significano le grandi imprese compiute per l’orgoglio. Quegli uomini si sono appropriati dei miei doni, anche della gloria che mi appartiene! Quanta ingiustizia fatta a me!”. Poi il Signore Gesù con dolcezza inesprimibile mi disse: “Bambina mia, dovrai soffrire molto. Ti crocifiggerò dolorosamente, in un modo solo da me inteso; le persone ti disprezzeranno, sparleranno di te, ma ciò avverrà per mia permissione affinché Dio sia glorificato. Voglio prepararti alla sofferenza, perché in caso contrario se tu non fosti preparata, subiresti un crollo sotto il peso dell’afflizione. Io, Gesù, sono con te e ti dico questo: non aver paura, perché io non ti lascerò mai, tu sei mia per sempre. Ecco perché mi comporto così con te, perché tu non sei niente, sei nullità, perché in te possa manifestarsi la mia forza, il mio amore e la mia misericordia. Ricordati che sei solo un nulla, devi essere molto umile, non devi fidarti mai di te stessa. È per questo che ti ho scelto per compiere i miei progetti che si realizzeranno nella tua vita, perché non ti appoggi sui tuoi meriti, ma conti su di me totalmente. Ti ricordo ancora una volta che tu sei solo un nulla, che devi amare una vita nascosta”.

   Poi Gesù mi domandò: “Che genere di vita Io, Gesù, ho condotto a Nazareth per 30 anni?”. Io risposi che sapevo ciò che si legge nel Vangelo, cioè che il Signore Gesù aveva vissuto una vita nascosta ed era stato sottomesso alla Santissima Vergine Maria e a S. Giuseppe. Il Signore Gesù mi rispose: “Sì, quindi la tua vita deve essere plasmata sulla mia vita nel nascondimento”. Il Signore Gesù continuò: “Hai molto da fare in questo posto”.

   Poi il Signore Gesù mi portò in prossimità di un abisso pieno di putrefazione e abomini e mi fece capire che questo era il cuore dell’uomo, contaminato dal peccato impuro. Il Signore Gesù mi ordinò di lavorare qui in intenzione di quelle anime cadute, per la loro conversione e mi disse di ricordare sempre che il mio lavoro e la vita stessa qui avrebbero avuto il loro compimento. Ero pienamente cosciente che il Signore Gesù fosse con me. (...) Quando mi alzai, sentii la presenza di Dio, come se Gesù fosse accanto a me. Sentivo tanta felicità nella mia anima che non sono in grado descrivere. Ero alla Santa Messa delle ore 6:00, in quel giorno si celebrava la festa del Sacro Cuore di Gesù.

   Non possiamo dare troppa importanza e credere a queste cose2, tuttavia le parole che sentii allora erano vere. Più tardi, il Signore Gesù mi confermò questa visione e molte di queste cose si avverarono».

Un breve soggiorno nel monastero e il ritorno in ospedale

   Il desiderio di santità e di servire Dio convinse però Rosalia che questo si poteva realizzare solo in un monastero. Nonostante la visione ricevuta e le parole di Gesù, ella bussò il 15 dicembre 1927 al monastero delle Clarisse in via Grodzka. Molto presto doveva convincersi che questa non era la volontà di Dio, infatti dopo un breve soggiorno nel convento, fu espulsa per motivi di salute. Tre giorni prima, in sogno, aveva visto un alto monte che giungeva fino al cielo. Vedeva le Clarisse salire i gradini e Rosalia dietro di loro. Sentì una voce: «Torna indietro perché questa via non è per te!» Si oppose due volte, allora la voce gridò come un tuono e quindi si decise di andare nella direzione opposta, indicata dal Signore. Era là da sola e la strada era disseminata di ostacoli, tuttavia si sentiva sostenuta da una forza invisibile e arrivò in vetta. Sentì: «Sarai in cielo, ma dovrai percorrere completamente questa via. Ora devi tornare a terra».

   Vide allora che si trovava nelle vicinanze del reparto ospedaliero delle malattie veneree S. Lazzaro e qui ricevé la benedizione di Gesù.

   C’è voluto del tempo prima che Rosalia dopo aver lasciato le Clarisse potesse tornare al suo vecchio posto di lavoro. Per molti, era una suora fallita e quindi arrivarono altre umiliazioni per lei. Non volendo tornare al reparto delle malattie veneree, prese un posto di lavoro presso la Clinica Oculistica. Tuttavia, le mancava la pace interiore e quindi chiese a Gesù di farle conoscere la sua volontà. In risposta alle sue preghiere ebbe una visione: le pareva di trovarsi nel reparto di malattie veneree, davanti a sé vedeva Gesù come l’Uomo dei dolori, flagellato, con ferite grondanti sangue che scorreva fino a terra nella stanza. Le malate si avvicinavano e lo flagellavano. Rosalia ne rimase terrorizzata. In un primo istante pensava di lanciarsi su quelle donne e vendicare Gesù, ma rimase ferma ricordando che Gesù non lodò la reazione di Pietro quando con la spada tagliò l’orecchio ad uno dei suoi persecutori. Il Salvatore la guardò e le fece cenno di avvicinarsi a Lui. Rosalia non poteva muoversi dal suo posto, a quel punto Gesù si manifestò nel suo solito aspetto, si fece avanti e disse: «Guarda, bambina mia, come mi feriscono terribilmente i peccati di lussuria! Come terribilmente mi affliggono queste anime! Tu, bambina, dovrai lavorare in questo posto in riparazione di questi orrendi peccati e per consolare il mio Cuore Divino. Voglio averti qui! Dovrai soffrire molto perché è questa la mia volontà. Tu lo sai. Io ho dei progetti riguardo alla tua anima».

   Dopo un momento si avvicinò, le strinse la testa al Suo Cuore e le parlò del mistero della sofferenza: «Sai, bambina mia, oggi voglio svelarti il mistero della sofferenza. La sofferenza è una grazia così grande che nessuno degli uomini può comprendere ciò abbastanza; è più grande del dono dei miracoli, perché solo nella sofferenza un’anima mi dona ciò che ha di più caro: la sua volontà, ma soltanto la sofferenza accettata con amore... Questa inestimabile grazia ricevono da me solo le anime che amo in un modo speciale. Gioisci, bambina mia, perché tu appartieni a queste anime elette. Però devi essere molto umile... Tu sei mia e mia rimarrai per sempre. Io non ti lascerò mai. Non temere nulla, perché io sono sempre con te, anche quando ti sottopongo alla dura prova».

   Rosalia si sentiva felice, dichiarò di voler tornare nel reparto delle malattie veneree. I superiori e le compagne credevano che fosse impazzita. Per farle cambiar idea, le fu dato un aiuto, le ridussero le ore di lavoro e ricevette un aumento di stipendio. Nel frattempo, un confessore a cui chiese consiglio le disse: «Se non ti conoscessi, direi che sei una pazza, ma poiché ti conosco, ti ordino: va', perché questa è chiara Volontà di Dio».

   In questa decisione l’hanno fortificato le parole sentite nel 1930: «Mi chiedi tante volte la conoscenza della mia volontà in riferimento alla tua anima. Quindi, ti dichiaro, io, il tuo Dio, che devi rimanere in questo posto; non fare un passo fuori da qui, perché per te non c’è altra via oltre questa che stai percorrendo già. Ricordatelo bene e stai attenta a camminare sulla via dritta della Mia Volontà». Rosalia si voltò indietro, vide la casa che lasciò per rispondere alla chiamata di Dio e vide una via diritta che portava al reparto dermatologico. Tutta questa via era cosparsa di fiori: viole, gigli e rose.

«Devi rimanere in questo posto di lavoro»

   Perseverò. Adempiva scrupolosamente i suoi doveri, anche quelli ripugnanti. Si presentava al lavoro puntuale, anche in anticipo. Era dolce e modesta, e allo stesso tempo decisa. Verso i malati aveva un atteggiamento apostolico, cercando con bontà e gentilezza di incoraggiare quelle povere persone ad abbandonare la via della perdizione e di favorire la loro sincera conversione. Presto conquistò la fiducia dei pazienti e il Signore benediceva in modo particolare il suo lavoro: in 20 anni di servizio, durante i suoi turni di notte, nessuno morì senza i sacramenti. Durante il lavoro di notte molto pesante per lei, sentiva la presenza di Dio. La pace riempiva la sua anima. «Dammi te stessa, bambina - sentiva una voce amabile - perché io possa fare con te quello che voglio; sii insieme con me la vittima per i peccati». «Signore, fa di me quello che vuoi. Fa di me uno strumento docile nelle tue Divine Mani per soddisfare sempre e ovunque alla tua Santissima Volontà».

La chiave della santità: l’amore e la sofferenza

   Gesù dirigeva la vita di Rosalia, portandola alle vette della santità attraverso il Suo Amore e l’amore della sofferenza.

   «Il tuo più grande compito e la santificazione della tua vita, è amare il tuo Gesù infinitamente, nella massima misura, fino alla follia; amarlo di un amore che non si tiri indietro anche di fronte ai sacrifici più pesanti per dimostrarGlielo. Perciò diventerai la più piccola, per essere uno strumento docile all’azione dell’amore. Bambina, la santità non è altro che amore. Mi darai la prova dell’amore nella tua vita nascosta, piena di dolori e sacrifici».

   In un periodo di grandi tribolazioni e sofferenze spirituali, sentì: «Bambina mia, soltanto alle anime privilegiate do grandi sofferenze. Con loro condivido questa mia parte. Bambina, è una grande, grandissima grazia ed è uno speciale privilegio per queste anime. Bambina mia, tu sei una di quelle anime. Rallegrati ed esulta perché ti ho amato così tanto. Sì, bambina mia, ti amo molto, perciò ti crocifiggerò e ti metterò alla prova in un modo singolare, conosciuto soltanto a me. Da parte tua, devi essere totalmente sottomessa a me, come un cieco è sottomesso al suo conducente. Devi lasciarmi fare con te e dentro di te tutto quello che mi piacerà di fare».

   Il 22 settembre 1934 Rosalia scrisse: «Voglio sempre di più, senza limiti, amare il Signore Gesù, al punto di morire. Questo desiderio si trasforma in qualcosa di tremendo per me. A volte mi sembra di morire sotto la pressione di questo desiderio. Allo stesso tempo, il desiderio di Dio aumenta il desiderio del disprezzo, dell’umiliazione, e ogni genere di sofferenza».

   Il suo desiderio fu soddisfatto fino alla fine della vita. Essendo un’infermiera diplomata con qualifiche professionali, dovette occuparsi delle funzioni servili: la pulizia dei corridoi, dei bagni ecc. Era felice di essere all’ultimo posto.

«Non giudicate e non sarete giudicati... Beati i misericordiosi»

   A Rosalia, in tutta la sua vita, non mancò l’amore eroico che dimostrò in particolare ai malati e non le mancarono opportunità per offrire a Dio tante sofferenze spirituali e fisiche. Ella fu ospitale e generosa: divideva lo stipendio con i bisognosi, dava l’elemosina, prestava il denaro e così lo perdeva. Mangiava poco. Nell’ospedale non si sottraeva dai propri doveri e nonostante provasse spesso avversione, prestava il suo servizio ai malati con molta attenzione. Con la stessa cura si dedicava al loro benessere spirituale esortando con la parola e la preghiera alla riconciliazione sincera con Dio.

   Una vita vissuta sotto l’azione dello Spirito Santo, piena di umiltà nell’accettazione della sofferenza e piena dell’amore compassionevole verso il prossimo, ha un valore enorme. Può sollevarci alle vette dell’unione con Dio e purificarci in misura sufficiente da evitare un altro purgatorio. Rosalia ne ebbe la conferma.

   Un giorno sperimentò nell’anima il giudizio di Dio: «Fui trasportata nello spirito da qualche parte del Regno Eterno e mi sembrava che stessi morendo. Dopo la morte mi presentai davanti al giudizio di Dio e vidi il Signore Gesù dall’aspetto grave e pieno di maestà, che stava arrivando per giudicare. Non posso fare una descrizione esatta, perché non ci sono paragoni per dire come era il suo aspetto. Il Signore Gesù veniva con una croce. Questo non era un giudizio, durante il quale si doveva dare risposte su questa o quella cosa, ma siamo noi stessi che vediamo bene quello che abbiamo fatto.

   L’Angelo Custode portò il libro della mia vita dove tutto era stato scritto. Poi il Signore Gesù rivolse il suo sguardo benevolo verso di me, non come un Giudice, ma come un Padre, e non ero più spaventata. Poi gridò a gran voce: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Non giudicate e non sarete giudicati”.

   Non dicevo nulla, solo aspettavo la sentenza. Allora Gesù si rivolse a me e disse: “Mia cara bambina! per la tua misericordia e la comprensione che avevi per gli altri, andrai direttamente ad unirti con me. Io ti metterò vicino al mio Cuore, tra i suoi adoratori in Cielo”. Gesù mi mostrò il libro dicendo che non avevo un solo peccato da espiare perché avevo accettato tutte le persecuzioni e i giudizi degli uomini per amore di Lui, senza mantenere alcun rancore verso quelle persone a causa delle quali avevo sofferto.

   “Guarda, cara bambina, la differenza tra il giudizio di Dio e quello degli uomini. I giudizi umani sono completamente diversi dai giudizi di Dio. La gente giudica dalle apparenze, dal di fuori, mentre Dio guarda il cuore e l’intenzione che anima le nostre attività. Solo Dio è giusto, non gli uomini. Guarda, bambina, come Dio giudica: è così come ti ho detto adesso e non altrimenti”.

   Vedevo alcune persone che conoscevo (non più in vita), e che ritenevo fossero buone, ma il Signore Gesù le aveva giudicate in modo diverso. Ci sono anche quelle che sono ancora vive, per le quali devo pregare, affinché non si perdano, e questo è un mio segreto molto riservato.

  “Non temere, bambina – mi disse il Signore Gesù - io non ti abbandonerò mai. Sii ancora comprensiva con gli altri e così io sarò comprensivo con te”. Poi Gesù aggiunse indicando la Santissima Vergine Maria, questa figura meravigliosa: “Guarda, bambina, Maria sarà presente alla tua morte. Amala tanto!”.

   Dopo queste parole la visione scomparve e mi sentii molto confortata nello spirito».

«Gesù ti crocifigge, perché tu possa diventare simile a Lui»

   La notte tra il 23 e 24 ottobre 1939 Rosalia ebbe una visione. Santa Teresa d’Ávila le disse: «Bambina mia! Il Signore Gesù ti crocifigge perché tu possa diventare simile a Lui il più possibile... Questa sofferenza che attualmente stai vivendo, porterà l’anima tua alla più intima unione con il Signore Gesù: si tratta di una morte spirituale... Sempre volentieri e con amore offri al Signore Gesù tutte le sofferenza e i sacrifici, in totale consumazione e annientamento. Pensa di te stessa come non più viva in questa terra. Bambina, non lasciarti influenzare da un altro spirito, il tuo spirito è lo spirito del Carmelo, anche se non fai parte dell’Ordine delle Carmelitane. Il Signore Gesù ti porterà sul Suo cammino verso la perfezione, cioè sulla via della croce che Egli stesso ha percorso».

   La Santa indicò a Rosalia una vetta, sulla quale doveva salire nonostante gli ostacoli e le difficoltà. Rosalia si trovò allora ai piedi di un’altissima montagna, la più alta che esiste sulla terra. Camminava senza sapere dove andare, la salita era ripida, ardua e pericolosa, le cime della montagna erano inondate di una luce straordinaria: lassù c’era il Cielo. Questo doveva essere il suo irripetibile percorso.

“Ogni azione, anche la più piccola, la farai per Gesù”

   Anche Santa Teresa di Gesù Bambino, che Rosalia amava particolarmente, la aiutò nella direzione di vita spirituale. Quando lavorava nel reparto oculistico, si sentiva scoraggiata verso la vita interiore e si preoccupava che questa sua indifferenza offendesse il Signore Gesù. Allora le apparve davanti la Santa di Lisieux e le diede le seguenti indicazioni: «Quando ti svegli la mattina, offri l’intenzione che ogni gesto - anche il più piccolo - lo avresti fatto per Gesù. Tutto ciò che ti può capitare durante la giornata, lo dedicherai a Gesù e sarai pronta a gioire e anche a portare la croce per Gesù. Quando cadi non scoraggiarti e non perdere la pace interiore, ma con la massima fiducia vai da Gesù e come bambina chiedi perdono. Parla di tutto spontaneamente, semplicemente e sinceramente, digli che sei una piccola, povera e bisognosa del Suo aiuto e sostegno. Ama il Signore Gesù con tutte le tue forze, e chiedi di poter amare sempre più. Rallegrati che sei una  estremamente piccola e che Dio è tutto. Cerca di procurare la gioia a Gesù ad ogni passo. Fai bene a tutti e non aspettare da nessuno gratitudine. Non ne hai bisogno, perché Gesù ti basta per tutto. Ama le creature per Gesù».

   Anche il 9 ottobre 1940, quando Rosalia stava vivendo momenti dolorosi, vide Santa Teresa, che le disse: «Il Signore mi ha mandato a te per confortarti. Riceverai il premio e la gloria nel Cielo che oltrepassa ogni tua immaginazione, per la sofferenza, per il disprezzo, le calunnie e le diffamazioni fatte pubblicamente, che hai sopportato in totale silenzio, senza lamento, per amore del Signore Gesù. Voglio (...) avvisarti anche che il tuo esilio terreno presto finirà. Ora guarda il Cielo per comprendere meglio la rivelazione di S. Giovanni». Rosalia sentì un bellissimo canto. Vide una folla in vesti bianche che seguiva l’Agnello, cantando un canto che nessuno può cantare. (conf. Ap 14:1-5).

La morte

   Era contenta che presto sarebbe morta. Il 16 novembre 1940 scrisse: «Desidero ardentemente che il Signore Gesù venga glorificato con la mia vita e con la mia morte; che la mia morte sia l’atto più perfetto e più puro di amore per il Signore Gesù».

   Lo stile di vita povero, il duro lavoro e molte sofferenze minarono la salute di Rosalia. Spesso soffriva di bronchite. All’inizio del mese di settembre 1944 ebbe l’angina e dopo qualche giorno si scoprì che le sue condizioni erano molto gravi. L’11 settembre fu ricoverata in ospedale, il giorno seguente ricevette l’Unzione degli Infermi. Quel giorno cominciò la sua agonia. Morì nel sonno il 13 settembre 1944.

   Fu sepolta nel cimitero di Rakowice a Cracovia (riquadro XLVIII a ovest, tomba n. 9). Su una lastra di marmo si può leggere la scritta: “Rosalia Celakówna, infermiera dell’ospedale San Lazzaro, apostola della consacrazione personale al Sacro Cuore di Gesù”. La tomba di Rosalia è visitata da molti fedeli riconoscenti per aver ricevuto le numerose grazie tramite la sua intercessione.

 

2. LA MISSIONE

Amare Gesù per il mondo ingrato

   Per Rosalia il mese più bello dell’anno era giugno dedicato al Sacro Cuore, il simbolo dell’amore del Salvatore. Consacrata a questo Amore, cercò di fare tutto quanto era in suo potere per rimediare all’abbandono e al disprezzo che il Salvatore riceve dalla maggior parte delle persone. Dal giovedì al venerdì, dalle ore 23.00 fino alle ore 24.00 - come Gesù raccomandò a S. Margherita Maria Alacoque - faceva l’Ora santa. La sua vita fu penetrata da un profondo desiderio di riparazione per l’ingratitudine del mondo. Gesù le chiese: «Bambina mia, amami molto. Lascia che il tuo amore possa rimediare la mancanza dell’amore da parte delle altre anime, perché non sono amato dalle mie creature. L’amore ripaga tutto! Guarda quanto ho sofferto sulla croce per i peccati degli uomini, e quale gratitudine ricevo? Quante anime mi disprezzavano, anche i miei amici! Il mio Cuore non ha forse sofferto un’agonia indicibile  a causa dell’ingratitudine ricevuta? Quindi tu con il tuo amore ricompensami, in modo particolare per i sacerdoti, e per ogni ingratitudine!».

Compiere l’intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù

   Il desiderio di conoscere e amare Gesù ardeva nel cuore di Rosalia. Dal 1924 pregava ogni giorno affinché Gesù diffondesse nei cuori umani il dolce regno del suo amore. Durante la preghiera sotto l’ispirazione divina udì l’ordine di impegnarsi insieme con il direttore spirituale per promuovere l’intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù in Polonia e in tutto il mondo.

   Rosalia iniziò la sua missione con l’aiuto del confessore. Attivamente partecipò a quest’opera il Generale dell’Ordine dei Paolini. Le visioni e le richieste erano urgenti. Gesù le promise che grazie all’Intronizzazione la Polonia sarebbe stata preservata della guerra. Non fu ascoltato. Nel 1° di settembre 1939 scoppiò la guerra.

Il tempo decisivo per il destino della Polonia: settembre 1937

   «Vidi le seguenti cose: - scrisse Rosalia - Mi trovai in spirito nel quartiere Stradom a Cracovia, in via Sant’Agnese. Vedevo una terribile confusione tra la gente che fuggiva in preda al panico in direzioni sconosciute. Tra di loro c’erano persone di ogni rango, che camminavano con valigie, borse e fagotti, in fuga dal loro lavoro e attività. Con grande stupore, ma allo stesso tempo con ansia, guardavo questi gruppi di persone in fuga.

   Accanto a me stava un signore dall’aspetto grave, guardava verso il popolo in fuga. Il suo viso era triste e pieno di serietà e aveva qualcosa di soprannaturale. Dopo un attimo alzò gli occhi al cielo, sembrava ancora più pieno di maestà, di solennità e di pace. Ma nonostante ciò l’angoscia dipinta sul suo volto era intensa. Con grande rispetto e venerazione guardavo questo strano personaggio a me sconosciuto che aveva in sé qualcosa di divino e attirava il cuore umano. Ero profondamente convinta che quell’uomo non appartenesse a questo mondo. Poi guardai il cielo che cominciava a coprirsi di terribili, nere e pesanti nuvole. Venivano da ovest e si estendevano sopra tutto il cielo. Allora provai terrore, fui assalita da una strana paura. Questo sconosciuto venne da me e mi disse: “Guarda, bambina, con attenzione cosa accadrà. Quello che tu vedi adesso sarà presto una realtà. Tempi terribili verranno per la Polonia. La tempesta con i tuoni significa il giudizio di Dio che toccherà il popolo polacco perché questa nazione ha voltato le spalle a Dio con una vita peccaminosa. La nazione polacca commette peccati e crimini terribili, e di questi i più orrendi sono i peccati impuri, omicidi e molti altri peccati”.3

   Pensavo che quel personaggio fosse San Giuseppe e gli dissi: “San Giuseppe, ti prego, dimmi che cosa significa tutto questo perché io da sola non capisco queste cose”.

   Lo sconosciuto mi guardò con benevolenza, ma non era San Giuseppe. Non sapevo chi fosse. Gli domandai quando sarebbe accaduto tutto questo? Mi rispose che presto sarebbe accaduto, ma non avevo il coraggio di chiedergli l’anno, mese e giorno di quella catastrofe.

   Improvvisamente accadde qualcosa di strano: erano scomparse le case nella zona “Planty Dietla” fino alla Piazza del Mercato. Vedevo invece un’enorme piazza dove persone di ogni ceto sociale si erano riunite. La maggior parte della popolazione veniva dalle campagne portando dei cesti, poi vedevo  intellettuali, operai, ebrei, ecc, tutti portavano pietre per la costruzione. Quindi chiesi allo sconosciuto: “Dimmi, San Giuseppe, che cosa vogliono costruire? A che servono queste pietre, mattoni, sabbia, legno e altri oggetti che loro portano qui?”.

   Il volto dello sconosciuto assunse un particolare splendore e maestà e mi disse: “Ascolta, bambina, e presto saprai che cosa qui sorgerà. Da questo luogo il Cristo regnerà”.

   Subito dopo vidi in questa piazza un monumento al Sacro Cuore di Gesù dalle proporzioni gigantesche, tali che nessun edificio poteva essere paragonato a quello, nemmeno una chiesa. Gesù fu messo sopra quel monumento in modo che non solo tutta la Polonia ma il mondo intero poteva vederlo. Come era questo monumento, nel quale la gente di tutto il mondo poteva vedere il Signore Gesù io non lo posso comprendere né descrivere, perché le cose di Dio, le cose spirituali, non si possono esprimere con il linguaggio umano. Tutti gli occhi erano rivolti al Signore Gesù, circondato da una bellissima luce che illuminava il mondo intero. 

   Sotto questo monumento uomini di tutti gli stati deponevano i loro doni, anche in forma di fiori belli di colore bianco e rosso. Come fosse tutta questa decorazione la si può paragonare solo con le realtà del cielo, non della terra. Lo sconosciuto mi fece capire che ai piedi di Cristo si era dovuto porre un sacrificio, cioè le preghiere e le varie offerte dei cuori puri e il martirio, per lavare i crimini di tutto il mondo, non soltanto della Polonia, ma in primo luogo della Polonia.

   Improvvisamente, il cielo si schiarì splendidamente e scomparirono dal suo orizzonte tutte le nuvole nere. In cielo apparve il sole, la luna e le stelle, e non era una luce qualunque come di giorno, ma quello non si può descrivere. Lo sconosciuto mi disse: “Guarda, bambina! Il regno di Cristo viene in Polonia tramite l’Intronizzazione”. 

   Dopo alcuni istanti, circondato dal clero e dai fedeli arrivò presso questo monumento Sua Eminenza il Primate polacco. In seguito, Sua Eminenza pronunciò solennemente l’Atto della consacrazione di tutta la Polonia al Sacro Cuore di Gesù, iniziando con le parole: “O Gesù  dolcissimo nostro Redentore, al tuo Cuore divino affido la nostra Patria, la Polonia…”. Non riesco più a ricordare le altre parole. Egli concluse dicendo: “Lode al Cuore di Dio, ecc...”. Alla fine intonò un canto: “Per la tua morte dolorosa, o Re dell’eterna gloria…”. Quando cantavano: “Il mondo intero Ti proclama Re dei re, regna su noi, Cristo”, allora questa immensa folla di persone gridava con tutte le sue forze: “Regna su di noi, Cristo! Regna su di noi, Cristo!” E mentre stavano gridando senza sosta, il Signore Gesù, con lo sguardo dei suoi occhi divini e con le mani fece un gesto come se volesse abbracciare l’intera nazione. Anche le mani di tutte le persone si sollevarono verso il Signore Gesù, perfino quelle degli ebrei e delle persone di altre religioni.

   Sentii di nuovo la voce: “Accadrà presto ciò che vedi ora, ma dovrai prima soffrire molto!”. Questo misterioso personaggio non l’ho più rivisto, era scomparso da qualche parte in modo inosservato, lasciando nella mia anima una profonda pace e una certezza che veramente il Signore Gesù regnerà in Polonia tramite l’Intronizzazione». 

Marzo 1938

   Rosalia sentì una voce interiore: «Bisogna fare sacrifici per la Polonia, per il mondo scellerato ... Terribili sono i peccati della nazione polacca. Dio vuole punirla. La salvezza della Polonia è solo nel mio Cuore Divino».

Aprile 1938

   La Beata Vergine Maria le disse: «La salvezza della Polonia è solo nel Cuore di Gesù, mio Figlio». E Gesù aggiunse: «Terribilmente feriscono il mio Sacro Cuore i peccati impuri. Esigo l’espiazione».

4 luglio 1938

   Mentre Rosalia trascorreva un po’ di tempo a Jachówka, ebbe una visione e scrisse poi quanto segue: «Mi trovai su un alto monte, dove vidi una sfera simile al globo molto grande. La osservavo con un grande interesse. Geograficamente era un globo terrestre. Riconobbi le parti del mondo e i singoli paesi. Ad un tratto si presentò dinanzi a me un signore, pieno di solennità e maestà. Chi fosse, non lo so. Si avvicinò a me, iniziando la conversazione: “Questo è il mondo”, e mi chiese di elencare e definire i vari continenti e - all’interno di essi - i singoli paesi. Dopo aver risposto alle sue domande, questa persona mi parlò con una voce solenne e piena di autorevolezza:

  “Bambina mia! Per i peccati e i crimini (qui elencò omicidi, aborto e fornicazione) commessi dagli uomini in tutto il mondo, Dio manderà un castigo terribile. La Giustizia di Dio non può più  tollerare questi crimini. Resteranno in vita solo quelle nazioni dove Cristo regnerà. Se volete salvare il mondo, è necessario eseguire l’Intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù in tutti i paesi e in tutte le nazioni del mondo. Soltanto questo è il rimedio... Ricordati, bambina, perché questa questione così tanto importante non venga trascurata né dimenticata... L’Intronizzazione in Polonia deve essere eseguita”.

   Rosalia si ricordò di essersi offerta al Signore Gesù con amore per Lui in oblazione totale per la Polonia, in primo luogo, e poi anche per la Germania, la Russia, la Spagna e per il mondo intero. Subito dopo, il personaggio la prese per mano e la condusse dall’altra parte del globo, indicò America e Australia, e disse con dolore: “E per quelle anime Cristo non ha sofferto? Non sono forse redente anche loro con il suo Sacratissimo Sangue? Devono essere anche loro incluse, bambina mia, soprattutto l’America. Bisogna fare il tutto possibile perché l’Intronizzazione si realizzi. È l’ultimo sforzo dell’Amore di Gesù per questi ultimi tempi!”.

   Domandai con timore a quel personaggio: “La Polonia si salverà?”.

   Mi rispose: “La Polonia non perirà se accetterà Cristo come Re nel senso pieno della parola: se si sottometterà alla Legge di Dio, sotto la sua Legge dell’Amore. Nel caso contrario, bambina mia, perirà”. Alla fine, mi disse in modo ancor più convincente: “Ti dichiaro, mia bambina, ancora una volta, che solo quei paesi che saranno affidati al Cuore di Gesù tramite Intronizzazione e che Lo riconosceranno quale loro Re e Signore non periranno. Verrà una catastrofe terribile nel mondo - disse – come vedrai adesso”.

   In quel momento si sentì un terribile boato. Il globo terrestre si spaccò. Dal suo interno scoppiò un grande incendio; poi una lava nauseante scorreva dal di dentro, come da un vulcano, distruggendo completamente tutti i paesi che non avevano riconosciuto Cristo come Re. Vidi la Germania distrutta e altri paesi dell’Europa occidentale. Con orrore mi rifugiai presso quel personaggio.

   Chiesi: “ È questa la fine del mondo? E questo fuoco e lava saranno forse l’inferno?”.

   Mi rispose: “Questa non è la fine del mondo e neppure l’inferno, ma si tratta di una terribile guerra, che deve completare l’opera di distruzione”. I confini della Polonia sono rimasti illesi. La Polonia fu risparmiata. Quel personaggio misterioso mi disse ancora: “Le nazioni che si sottometteranno al dominio di Cristo e del suo Cuore Divino raggiungeranno il potere più alto e sarà d’ora in poi un solo gregge e un solo pastore”.

   Dopo queste parole, tutto scomparve. Il giorno seguente, dopo la Santa Comunione, chiesi al Signore Gesù che cosa significasse ciò. Ricevetti questa spiegazione: “Sì, bambina, succederà questo se l’umanità non si rivolgerà a Dio. Non si deve trascurare, ma bisogna affrettare l’Ora dell’Intronizzazione in Polonia”».

Ottobre 1938

  Gesù disse a Rosalia: «La sofferenza accettata con amore ha un valore inestimabile per me. Tu, bambina, scegli sempre per te l’umiliazione, il disprezzo, l’ultimo posto, per essere sempre più simile a me ... Qualunque cosa ti possa succedere, offrila per la grande Opera dell'Intronizzazione in Polonia».

Dal 4 al 5 dicembre 1938 

   Rosalia scrisse in quei giorni: «Mi sembrava di trovarmi nella casa di famiglia. Ero uscita fuori nel campo ma con spavento vidi l’inferno aperto, il cui orrore non posso descrivere. Una grande quantità dei demoni gettava le anime nell’abisso con una gioia veramente satanica. I demoni gareggiavano per introdurvi sempre più anime. Le tormentavano secondo i loro peccati. La maggior parte erano i condannati per i peccati di lussuria e contro il nono comandamento; poi per omicidi e odio. Questi tre generi di peccato erano visibili in modo particolare. I tormenti di questo crogiuolo non si possono descrivere. Soltanto la loro vista potrebbe causare la morte dell’uomo se non fosse assistito dalla grazia divina. Il grido stridulo dei dannati e dei demoni non cesserà di risuonare nelle mie orecchie per tutta la vita. Non lo dimenticherò mai».

Fine di febbraio 1939

   Rosalia scrive: «Il Signore Gesù ha presentò il seguente quadro alla mia anima, mentre Gli raccomandavo caldamente la nostra Patria e tutte le Nazioni del mondo. Vidi in modo soprannaturale il confine polacco-tedesco, cominciando dalla Slesia fino alla Pomerania, completamente nel fuoco. La vista era davvero terrificante. Mi sembrava che questo fuoco avrebbe distrutto completamente il mondo intero. Dopo un certo tempo, il fuoco invadeva tutta la Germania  distruggendola. All’improvviso, sentii nell’anima una voce e nello stesso tempo sentii una certezza assoluta che ciò sarebbe accaduto veramente, ma non sono in grado di descriverlo esattamente.

   “Bambina mia! Ci sarà una guerra terribile che provocherà tale distruzione. La Germania cadrà. Grandi e terribili sono i peccati e i crimini della Polonia. La giustizia di Dio vuole punire questa nazione per i suoi peccati, specialmente per i peccati impuri, omicidi e odio. C’è tuttavia la salvezza per la Polonia se mi riconoscerà in tutto, quale il suo Re e Signore attraverso l’Intronizzazione. Questo riconoscimento deve essere comprovato dall’abbandono dei peccati e la conversione totale a Dio”».

1°  aprile 1939

  «Raccomandavo al Signore Gesù con tanto fervore tutte queste intenzioni, per l’intercessione della Beata Vergine Maria e di S. Giuseppe chiedendo una luce su cosa fare, affinché questo progetto di Gesù potesse realizzarsi nel modo migliore e più rapidamente possibile. E di nuovo la voce parlò nella mia anima: “Dì, bambina, al tuo padre confessore che scriva al Primate della Polonia tramite il Padre Generale perché faccia tutto il possibile per affrettare l’Intronizzazione. Jasna Góra è la capitale di Maria. Attraverso Maria, il Figlio di Dio è venuto a salvare il mondo, e anche qui, grazie all’intercessione di Maria avverrà la salvezza per la Polonia tramite l’Intronizzazione. Una volta che questo accadrà, la Polonia sarà il baluardo della cristianità, forte e potente, contro il quale si frantumeranno tutti gli attacchi nemici».

Anni 1938-1939: tentativi inefficaci

   Dal 1938 il confessore di Rosalia cominciò a mandare informazioni sul suo conto al proprio direttore spirituale, Padre Generale Pio Przeździecki. Sotto l’influenza di queste relazioni, il Padre Generale parlò dell’Intronizzazione con il Primate August Hlond scrivendogli due volte e gli consegnò personalmente un ampio memoriale. In risposta, il Primate ordinò che Rosalia venisse esaminata da un neurologo. Un certificato medico (non le fu riscontrata nessuna malattia), dopo un esame molto umiliante per Rosalia, fu consegnato al Primate August Hlond. Il Padre Generale inviò anche un’altra lettera allarmante il 20 aprile 1939.

   Rosalia si sentiva sempre più spinta a pregare, a fare sacrifici e soffrire molto per ottenere l’Intronizzazione, perché - come scrisse - «è un momento estremamente importante nella storia del mondo. Durante la preghiera o durante il lavoro, Gesù istruiva la mia anima povera. Affinché l’Opera dell’Intronizzazione potesse realizzarsi prima possibile, occorrevano sacrifici. La gloriosa Resurrezione di Gesù avvenne dopo le grandi sofferenze, e così anche la venuta del Regno di Cristo, in primo luogo in Polonia, e poi ad altre Nazioni, deve essere ottenuta con le sofferenze particolari da parte di quelle anime a cui questa causa di Gesù è molto cara». 

6 maggio 1939

   Rosalia sentì queste parole: «La realizzazione di ogni opera di Dio deve essere ottenuta con le sofferenze, e quanto maggiore gloria porterà a Dio tanto maggiori saranno le difficoltà nel realizzarla. Bambina, bisogna vivere con fede e bisogna fidarsi! Bisogna credere che nonostante le più grandi difficoltà quest’Opera si realizzerà, e questo perché voi sappiate che Io stesso agisco; voi siete solo uno strumento nelle mie mani. Quanto più sarete svuotati di voi stessi, tanto più progredirete nell’annientamento del vostro io, tanto più liberamente potrò operare nelle vostre anime».

28 magio 1939: Solennità della Pentecoste

   «Fortemente raccomando al Signore Gesù nelle preghiere - scrive Rosalia – l’Opera dell’Intronizzazione. L’immagine seguente si presentò alla mia anima: vidi il Signore Gesù sotto le sembianze di “Ecce Homo”, molto ferito; sul suo capo una corona di spine che penetravano profondamente in esso. Era vestito con un manto scarlatto. La ferita del suo Cuore Divino era molto aperta.

   “Guarda, quanto dolore mi causano i peccati; queste ferite sono inflitte dai peccati carnali; la corona di spine è per l’orgoglio, arroganza, ribellione a Dio, per il disprezzo e altri peccati. Non ci sono le anime che mi avessero amato e confortato”.

   Sul volto di Gesù era dipinta una profonda tristezza.

   Il Signore Gesù fece sentire alla mia anima quanto dolore gli procurava l’indifferenza soprattutto delle anime a lui consacrate, cioè delle anime dei sacerdoti e dei religiosi.

   “Bambina mia, S. Margherita Maria fece conoscere al mondo il mio Cuore, voi dovete formare le vostre anime a somiglianza del mio Cuore. L’Intronizzazione non è solo una formula esterna, ma deve compiersi in ogni anima. Per questa causa si dovrà soffrire molto, occorre essere completamente una vittima”».

Giugno 1939

    Una forza interiore spingeva Rosalia a sollecitare il confessore perché chiedesse ancora una volta al Primate di affrettare l’Intronizzazione in Polonia. Rosalia si opponeva a quella voce, non volendo parlare con il confessore sempre delle stesse cose.

29 agosto 1939

   Sentì nell’anima queste parole: «Il solo Atto di consacrazione della Polonia tramite l’Intronizzazione del mio Cuore porterà grandi benefici, perché molte anime si pentiranno sinceramente e ritorneranno a Dio sottomettendosi alla Sua Legge. Bambina mia, chiedi al Padre (confessore) perché scriva di questo al Primate della Polonia. Ora è il momento più opportuno. Bisogna approfittare del tempo e della grazia». 

1° settembre 1939

   In Polonia scoppiò la guerra dalla quale Dio voleva preservarci se fosse avvenuta  l’Intronizzazione del Suo Cuore, e se il popolo si fosse persuaso ad un profondo cambiamento di vita.

   Il 1° settembre Rosalia annotava: «Oggi è il primo venerdì del mese. Questo sarà un giorno importante nella storia della nostra Nazione. O Gesù, affretta il giorno dell’Intronizzazione del Tuo Sacro Cuore! Gesù regnerà in Polonia per l’Opera dell’Intronizzazione».

   Sentì una voce: «La gente non mi capisce, perciò parlo ai loro cuori induriti con i proiettili e le bombe, ed è così perché li amo». Rosalia affidava a Gesù le anime che a causa della guerra erano in pericolo di dannazione eterna. Ricevette questa risposta: «E questo è tutto per amore, perché ci sono molte anime che con un atto di grande dolore troveranno perdono».

   Nella seconda metà del mese di settembre Rosalia si chiedeva perché la guerra portasse una distruzione così terribile. Gesù le rispose: «Non è ancora abbastanza. Non sai quali erano e quanti sono ancora i peccati! Il male deve essere completamente eliminato. Su questo terreno non crescerà nulla di buono. Tutti i peccati e i crimini devono essere lavati con il sangue».

   Dopo un mese di nuovo annotò un rimprovero doloroso di Gesù: «Guarda, bambina, che terribile insulto e dolore mi infliggono i peccati carnali, l’omicidio (soprattutto dei bimbi non nati) e l’odio terribile che non sa cosa vuol dire amare il prossimo. (...) Io non lo sopporto più, devo punire la nazione ingrata che non vuole convertirsi».

   Nel mese di novembre 1940, Rosalia pregava intensamente per la venuta del Regno di Cristo. Sentì allora: «Voglio regnare esclusivamente nei cuori degli uomini. Prega perché venga presto il mio Regno nelle anime attraverso l’Intronizzazione».

   Durante l’adorazione nella la notte del giovedì e il primo venerdì di dicembre 1940, Rosalia vide tutti i crimini compiuti dalla gente. Chiese a Gesù: «Mio dolcissimo Maestro e Signore, dimmi cosa ti fa più male, chi ti ha procurato il dolore più grande?». Rispose Gesù: «Bambina mia, il più grande dolore provo per l’indifferenza, il disprezzo e il tradimento dei sacerdoti. Prega con fervore per loro».

   In quell’istante, il Signore Gesù mi mostrò la condizione generale dei sacerdoti, la loro indifferenza, la freddezza, la mancanza di interesse e di amore, di cui è pieno il Sacro Cuore verso il Padre Celeste e verso le anime degli uomini.

   «Prega, bambina, e offri te stessa per i sacerdoti affinché diventino santi. Mancano purtroppo i santi sacerdoti, ecco perché c’è tanto male nel mondo».

   Nonostante le richieste di Gesù non fossero soddisfatte secondo la Sua volontà, tuttavia, esse non  andarono completamente trascurate. Dopo la morte di Rosalia, fu fondata a Cracovia “l’Opera della consacrazione personale al Sacro Cuore di Gesù”, che si ispira alle rivelazioni che Rosalia ricevette da Gesù durante la vita. Questa pratica si sta diffondendo dal 1945. In questo tempo, di fronte alle enormi minacce che affliggono la nazione in tutte le sfere della vita, in modo particolare all’appello di Gesù rispose la gioventù raccolta durante la visita del Santo Padre in Polonia, ai Campi di Lednica, e la Famiglia di Radio Maria.

 

3. GLI SCRITTI DI ROSALIA CELAKÓWNA

L’eredità spirituale

   Le relazioni di Rosalia preservate dalla distruzione, scritte su esplicita richiesta dei confessori, comprendono 1122 pagine. Ella molto preoccupata sperava non venissero mai lette da nessuno; per tale motivo, in assenza di un esplicito divieto, le bruciava subito dopo che erano state lette dal confessore. Le lesse in parte anche Padre Pio Przeździecki, Generale dell’Ordine dei Paolini, il quale presto si convinse della santità e della missione di Rosalia, tanto che con lei ancora in vita scrisse diverse lettere al Cardinale Hlond  riguardo la Intronizzazione.

   Successivamente, il Principe Cardinale Adam Sapieha lesse una parte dei suoi scritti, in cui si trattava della consacrazione personale e nazionale al Sacro Cuore di Gesù. Con rammarico disse dopo al suo confessore: «Se le cose stavano così, perché il Cardinale Primate (Hlond) non ha compiuto l’Intronizzazione ancora nel 1939? Che peccato!».

   Fino alla morte fu favorevole all’idea della consacrazione personale e all’Intronizzazione del Sacro Cuore.

   Purtroppo fino ad oggi, gli scritti di Rosalia Celakówna, con l’eccezione di qualche pubblicazione in polacco, rimangono ancora sconosciuti.

La consacrazione personale al Sacro Cuore

   Preavvisando la punizione per i peccati che doveva colpire e che poi veramente colpì la Polonia e le altre Nazioni, durante la seconda guerra mondiale, il Cuore di Gesù pieno di misericordia non volle  privarci delle istruzioni su cosa fare per evitare le ulteriori tragedie. La prima istruzione  doveva essere l’abbandono dei peccati. La seconda, divulgare che l’unica salvezza era eseguire l’Intronizzazione in tutti i paesi e le nazioni del mondo.

   Affinché ogni nazione potesse prepararsi adeguatamente a compiere un atto così importante, era necessario in primo luogo promuovere una consacrazione personale al Sacro Cuore di Gesù. Rosalia era profondamente convinta che una cosa e l’altra si sarebbero realizzate in Polonia, secondo le raccomandazioni e le promesse di Gesù. 

   I vescovi polacchi con la Lettera Pastorale del 1° Gennaio 1948 benedissero e raccomandarono la pratica della consacrazione personale al Cuore di Gesù. Il 22 ottobre 1948 anche la Santa Sede  benedisse questa iniziativa. I fedeli risposero all’appello con entusiasmo. Durante la Solennità di Cristo Re nel 1951, il popolo polacco con il Primate S. Wyszyński, compì la Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù in tutte le chiese della Polonia. 

   Nonostante che i vescovi polacchi conoscessero le visioni di Rosalia, non si basavano su di esse nelle loro decisioni riguardo a questo Atto di consacrazione, ma sulle Encicliche dei Papi e sulle rivelazioni di S. Margherita Maria Alacoque. La consacrazione di tutta la nazione effettuata nel 1951 non ha corrisposto pienamente non solo alle indicazioni e richieste fatte da Gesù alla Serva di Dio Rosalia, ma nemmeno alle esigenze della Enciclica Quas Primas di Pio XI e le richieste di Cristo fatte a S. Margherita Maria Alacoque.

   L’atto di riconoscimento di Cristo Re in tutti i settori della vita nazionale, sociale, familiare e personale è ancora da realizzare come compito affidatoci tramite Serva di Dio Rosalia Celakówna. Si devono ricordare sempre le parole di Cristo che Rosalia ha tramandato: «Ti dichiaro, bambina mia, ancora una volta, che non periranno soltanto gli Stati che saranno consacrati al Sacro Cuore tramite l’Intronizzazione, e che Lo riconosceranno come il loro Re e Signore».

 

4. OPINIONE DEI SACERDOTI 

Il parere del direttore spirituale

   I vari confessori di Rosalia, consapevoli dell’unicità della sua esperienza e dell’azione esplicita di Dio nella sua anima, le ordinarono di scrivere queste esperienze. Anche i confessori lasciarono testimonianze che costituiscono attualmente una fonte estremamente preziosa di informazioni su Rosalia.

   Il suo ultimo Direttore spirituale scriveva: «Rendendomi conto che il giudizio sulla santità dei fedeli appartiene esclusivamente alla Santa Sede, sottopongo completamente il mio parere alla Sua infallibile valutazione. Tuttavia, mi sia permesso esprimere la mia opinione di sacerdote in riguardo alla Venerabile Rosalia: senza la minima esitazione, secondo coscienza e dinanzi alla tre volte Santa Divina Maestà, sono convinto che Rosalia Celakówna, fin dall’infanzia, è stata prescelta da Dio, affinché tramite lei potessimo ricevere molta luce su una serie di problemi concreti e dei bisogni spirituali dell’umanità. Tra l’altro, il Cuore di Gesù ha desiderato, in primo luogo, formare in lei un modello di perfetta infanzia divina, la quale trovò in lei ancor più sublime espressione per la sua personale idea della “piccolezza”, diventando così una degna seguace di santa Teresa di Gesù Bambino.

   In secondo luogo tramite la vita semplice, nascosta e disprezzata che Rosalia visse sull’esempio di vita  a Nazareth, il nostro Salvatore voleva mostrare alla gente la sua necessità ed efficacia contro una tremenda arroganza del mondo di oggi. Inoltre, scegliendo Rosalia come vittima del suo Sacratissimo Cuore per espiare i peccati di lussuria, l’uccisione dei bimbi non nati e l’odio che gridano al cielo la Divina Vendetta, Cristo l’ha chiamata a diventare una apostola nascosta della consacrazione personale al Suo Sacratissimo Cuore e della Solenne Intronizzazione, come Santa Margherita Maria Alacoque. L’ha scelta come uno strumento attraverso il quale non solo la Polonia, ma tutta la Chiesa sulla terra doveva conoscere la necessità della consacrazione personale e della necessità di eseguire l’Intronizzazione in tutte le Nazioni ciò fortemente incoraggiavano alcuni degli ultimi Papi, specialmente Leone XIII e Pio IX.

   Nella mia convinzione sulla scelta di Rosalia da parte di Dio e la sua missione, mi avvalgo non tanto delle visioni, illuminazioni, parole udite e le sue esperienze mistiche, delle quali non ho alcun dubbio, ma piuttosto e soprattutto della vita innocente di questa “anima angelica”, delle sue virtù eroiche e infine dei frutti buoni della sua vita di sacrificio. L’eroismo delle sue virtù, che ho avuto la fortuna di poter constatare tante volte in modi diversi e in diverse circostanze, lo si può anche affermare e dimostrare sulla base dei suoi scritti pieni di semplicità e incanto. Eppure l’eroismo di Rosalia attestano dagli gli altri testimoni della sua vita. 

   Misticamente purificata per 6 anni con la “notte dello spirito” e guidata per tutta la vita sulla “via regale della Croce”, Rosalia in tutto cercò di compiere soltanto la volontà di Dio. Questa Santissima Volontà di Dio era così fortemente e così palesemente accentuata nella sua vita, come se fosse una virtù principale che costituisse una caratteristica particolare del suo atteggiamento spirituale. Un accento maggiore a questo proposito non l’ho riscontrato nella vita dei santi. La Volontà di Dio era per lei una vera bussola nella vita di ogni giorno.

   Ancora più si distingueva per amore verso Dio e verso il prossimo. L’Amore per Dio nutriva in un modo così singolare, che un amore simile si può verificare solo nella vita dei grandi santi. Il Sacro Cuore di Gesù, per il quale aveva una devozione singolare, umile, profonda e piena d’amore innocente, le permetteva di riposare vicino a Sé, come a S. Giovanni nel Cenacolo e S. Margherita Maria. Ogni giorno molto volentieri offriva al Cuore del Salvatore  sacrifici nuovi e veramente grandi, soprattutto legati alla sua vocazione di infermiera, la quale le dava tante opportunità per farlo. Totalmente e per grandi intenzioni Gli offrì tutta la sua vita e la morte (...). Si può ipotizzare che in futuro Rosalia Celakówna, nella Chiesa di Dio, si troverà tra i santi come San Giovanni Eudes, Santa Margherita Maria Alacoque e altri simili a loro.

   Un culto speciale di Rosalia per lo Spirito Santo e per la Santissima Trinità è ancora un’altra prova della sua unione mistica con Dio. Proprio come i Reverendi Padri Władyslaw Całka e il Padre Provinciale H. Jakubiec, anche io non ho trovato nell’anima di Rosalia alcuna materia di peccato da assolvere nel periodo in cui lei era sotto la mia direzione spirituale. Sono convinto che in tutta la sua vita non ha mai compiuto il peccato né tantomeno quello grave. Ogni confessione di Rosalia diventava piuttosto una bella “conferenza sulla vita di Dio nell’anima", anche se ciò chiaramente non era l’intenzione dell’umile penitente.

   Il suo rapporto di “bambina di Maria” con l’Immacolata e Assunta Madre di Dio, era ancora più filiale, ma sempre pieno di riverenza e umiltà verso la Madonna, con la quale aveva amicizia e intimità speciali, come ella lo descrive con semplicità nelle sue relazioni. La vita di Rosalia offre una grande quantità di prove con quale grande fede e fiducia si rivolgeva all’Immacolata Madre di Gesù. Per questo motivo ricevette da Lei tanti aiuti straordinari, soprattutto nella vita spirituale.

   Rosalia fu anche modello esemplare della devozione a San Giuseppe (tanto cara al popolo polacco), al quale si rivolgeva sempre con affetto e fiducia. Gesù per questo la rese molto simile, anche per la sua spiritualità carmelitana, a S. Teresa d’Ávila.

   In modo particolare Rosalia si distinse per il suo amore verso il prossimo già nell’età scolaresca e negli anni di lavoro all’ospedale questa virtù si rivelò in tutto il suo splendore in lei. Questa sua virtù non appassisce mai, permane fino a oggi spandendo il profumo fresco degli atti numerosi di carità verso il prossimo. Infine, in riferimento alle persecuzioni di Rosalia da parte di alcuni individui, questa virtù in lei arrivò al punto più alto di eroismo. L’amore disinteressato e perfetto per gli altri fu anche causa diretta della sua morte. Nonostante una grave debilitazione all’inizio del settembre 1944, non si rifiutò di prestare le cure ad una sua conoscente; dopo questo servizio samaritano si ammalò di angina, dovette mettersi a letto e dopo cinque giorni morì. Il sacrificio di sé e la dedizione agli altri, in Rosalia non conoscevano limiti.

   Umiltà, piccolezza, abnegazione, rinuncia dell’amor proprio, annientamento erano in Rosalia sorprendenti. Amore alla Croce, disprezzo di sé, umiliazione e nascondimento la posero ad un livello molto alto ed unico. Sotto questo aspetto fu simile a San Giovanni della Croce. Oltre all’eroicità delle virtù, quale prova che Dio stesso scelse la Rosalia, lo dimostrano anche i suoi scritti, molto singolari ed edificanti. Riflettendo sul lato esterno di Rosalia, includono in sé anche un contenuto mistico profondo e occupano un posto privilegiato nella nostra letteratura ascetico-mistica. La lettura di queste confidenze piene di semplicità e sincerità di questa “bambina di Dio” è molto edificante. Tra gli scritti di Rosalia si trovano le varie profezie, alcune si sono già avverate.

   Fortemente, infine, parlano da sé le guarigioni straordinarie e le grazie ricevute dal Sacro Cuore di Gesù per intercessione di Rosalia. Una pubblicazione fatta separatamente, intitolata “Ringraziamenti per le guarigioni ricevute per intercessione della Venerabile Rosalia Celakówna” espone gli eventi straordinari. Tra questi, alcuni sembrano essere degni da presentare alla Santa Sede per l’elevazione di Rosalia agli altari.

   Tenendo conto di tutta la sua vita, fatta a somiglianza di vita di Gesù a Nazareth e sul Calvario, così semplice, disprezzata, e così ricca nella sua perfetta “infanzia divina”, devo sinceramente confessare che non ero, non sono ora, e non son sicuro se sarò mai degno di questa straordinaria grazia di Dio di essere stato il suo confessore. Credo che verrà riconosciuta come una grande Santa, non solo della Polonia, ma anche in tutta la Chiesa di Cristo, e che diventerà così popolare come santa Teresa di Gesù Bambino, e che verrà proclamata Patrona di tutti gli infermieri in tutto il mondo,  e dei malati ai quali si dedicò tanto.

   Il Cuore di Dio, per la sua maggior gloria e per il bene delle nostre anime, faccia sì che si concluda il processo informativo4 di Rosalia il più presto possibile, con la sua elevazione agli altari.

                                                                                                           Jasna Góra, 11.01.1962

Opinione del Generale dei PP. Paolini

   Il 20 aprile 1939, poco prima della guerra, quando tutto era ancora possibile per fermarla, il Padre Generale dei Paolini scrisse una lettera al Cardinale Primate August Hlond, in cui esprimeva la sua ferma convinzione della grande importanza di effettuare l’Intronizzazione in Polonia. Anche lui era in difesa delle fonti di questa idea, che erano le ‘rivelazioni private di Rosalia Celakówna.

   Egli scrisse: «Sappiamo già dall’Antico Testamento che ci sono state molte rivelazioni private riguardo all’intera nazione di Israele. Non mancano nemmeno nel Nuovo Testamento, (...) e nella storia della Santa Chiesa. Sappiamo che il Signore Gesù, rivelando il suo Cuore a S. Margherita Maria Alacoque, voleva rivolgersi a tutti gli uomini per suscitare in essi la venerazione e l’amore al suo Cuore divino! E se non si fosse creduto alle sue visioni e alle parole di Gesù, che ci sono state trasmesse grazie alle descrizioni di coloro che hanno guidato la sua anima, non avremmo oggi né la festa del Sacro Cuore di Gesù, insieme all’ufficio di Breviario, e nemmeno gli effetti stupefacenti dell’Intronizzazione nelle famiglie, né eventuali frutti positivi di tale devozione nella Chiesa. Allo stesso modo, se le testimonianze di Santa Bernadette Soubirous  (...) non avessero trovato la credulità in coloro che la Provvidenza  nominò per indagare su di lei e che ha dato la grazia di riconoscere in esse la verità, oggi non avremmo Lourdes con le sue numerose guarigioni miracolose di fama mondiale. Quanto la Chiesa avrebbe perso, se non avesse dato fiducia a tante anime elette, attraverso le quali Cristo Signore, nella sua infinita bontà, volle trasmettere Luce abbondante per aiutare la Sua Sposa: la Chiesa tutta! (...)

   Sono convinto che anche in questo caso (...) il Sacro Cuore di Gesù viene a noi con il sostegno eccezionale e ci dona la grazia speciale, indicando l’Intronizzazione come un mezzo efficace e una garanzia per salvare la nostra Patria, per moltiplicare il trionfo della Chiesa e per la crescita del Regno di Dio sulla terra. Per questa grazia saremo sempre molto riconoscenti al Signore Gesù e alla Beata nostra Madre.

   Ma che tipo di danni potrebbero verificarsi ora in Polonia e nella Chiesa in genere, se non volessimo dare fiducia a questi segni e parole oppure se non volessimo neppure riscoprire adeguatamente la loro origine da porsi una semplice domanda: Forse davvero queste voci provengono da Dio? O forse davvero il Signore Gesù e la Madonna parlano a queste anime? Forse perché le vere rivelazioni sono molto rare e i sintomi di isteria e deliri sono troppo frequenti, dobbiamo mostrare l’indifferenza per le prime, senza nemmeno esaminare né dare alcuna fede anche quando sono stati identificati tutti i segni necessari, dai quali si può dichiarare la loro credibilità? O forse a priori non daremo loro alcun peso perché riguardano questioni di enorme importanza per il mondo intero? Al contrario! (...) Inviando questa, come se fosse il mio testamento e la mia ultima volontà prima di morire, alla Vostra Eminenza come al Protettore Illustrissimo del nostro Ordine, dichiaro di voler dedicare il resto della mia vita e la offro per l’Intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù in Polonia, non escludendo anche tutte le altre nazioni del mondo. Sono vecchio e ormai sulla soglia della tomba, tuttavia consapevolmente e volontariamente e senza la minima esitazione, sì, con gioia, mi prendo la piena responsabilità, non solo in presenza della Vostra Eminenza, ma davanti al nostro Dio e Giudice, davanti alla cui Maestà potrei essere chiamato qualsiasi giorno, nell’affermare che il Divino Cuore di Gesù e la Santissima Vergine Maria veramente, in modo soprannaturale, ci indicano benevolmente l’Intronizzazione come una salvezza sicura per la Polonia e per il mondo».

   Due anni dopo, il 20 giugno 1941, non avendo ricevuto una risposta concreta riguardo all’Intronizzazione in Polonia, P. Pio Przeździecki scrisse una “Lettera circolare ai Padri e Fratelli dell’Ordine di San Paolo Primo Eremita sull’Intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù”. Con tutta la convinzione, egli li incoraggiava ad una grande venerazione e all’amore del Sacro Cuore.

   A proposito di Rosalia scrisse: “C’è un dettaglio, che riguarda direttamente il nostro Paese e in questa lettera circolare non deve essere trascurato: Cristo Signore, non limitandosi solo alle apparizioni del Suo Sacro Cuore fatte a S. Margherita Maria Alacoque a Paray-le-Monial, si è degnato di raccomandare la venerazione del Suo Cuore Divino anche nelle altre nazioni alle anime prescelte. Il Salvatore Benigno non ha voluto tralasciare la nostra nazione. Si è scelto un’anima generosa, sconosciuta al mondo e desiderosa di rimanere nel nascondimento. Tutta la sua vita, dedicata volontariamente al lavoro duro e faticoso, era piena di virtù eroiche, che miravano prima di tutto all’amore per Dio e per il prossimo. A quest’anima il Signore Gesù fece conoscere nella preghiera, che vuole che in tutta la nostra nazione - dalle più alte autorità fino al più piccolo - tutti quanti adorino, tramite l’Intronizzazione, il suo Cuore Divino, e solo allora il Signore Gesù  circonderà il nostro paese e la nazione con la sua protezione e le sue benedizioni.

   Questa richiesta è totalmente conforme con la volontà di Cristo il Signore, rivelata a tutte le nazioni da S. Margherita Maria Alacoque e tante volte raccomandata a tutto il mondo dagli ultimi Papi. Per noi, questa volontà del Divino Salvatore ha una particolare importanza, dato che fu direttamente trasmessa nella nostra Patria all’intera nazione da un’anima umile e generosa.

   Di fronte ad una bontà così clemente e misericordiosa di Cristo Signore, dipende da noi se vogliamo approfittare dalla promessa e portare la benedizione di Dio a tutta la nazione, oppure - Dio non voglia - ignorando la Sua santa Volontà, vogliamo far gravare su di noi una responsabilità maggiore?…».

Padre Pio Przeździecki, Generale dei PP. Paolini

 

Note del traduttore:

1Nel testo originale Gesù si rivolge sempre a Rosalia  con l'espressione "drogie dziecko" oppure "Moje dziecko" (tr. "cara bambina" oppure "bambina mia"). In polacco la parola "dziecko" che vuol dire "bambino" è di genere neutro, perciò non trova una corrispondenza precisa nella lingua italiana.  Leggendo queste memorie si può  intuire che il rapporto di  Gesù con Rosalia è molto tenero, più paterno che sponsale, ciò lascerà nella sua anima un'impronta incancellabile dell'infanzia spirituale con tutte le virtù connesse.

Qui Rosalia esprime un senso critico verso se stessa e probabilmente ripete le parole del suo confessore. I confessori spesso non credevano a ciò che diceva.

Il degrado morale della società in Polonia fu causato già dalla prima guerra mondiale in cui milioni di persone hanno perso la vita. In quelle circostanze la vita dell'individuo non valeva più niente. La Polonia fu distrutta non solo dagli occupanti tedeschi e russi, ma anche da un'élite straniera che s'era appropriata dei posti dirigenti. Non bisogna dimenticare che la Chiesa polacca in quel periodo di persecuzione ha dato al mondo i santi più numerosi e più grandi, per es. San Massimiliano Maria Kolbe, Santa Faustina Kowalska, tanti Santi Fondatori e i 111 Santi Martiri della seconda guerra mondiale. Il Santo più grande è senza dubbio Giovanni Paolo II nato nel 1920.

4 Il processo informativo sul livello diocesano si è concluso positivamente il 17 aprile 2007.  Attualmente in Polonia sono in atto le numerose iniziative per promuovere l'Opera dell'Intronizzazione di Cristo Re.

Altri testi da scaricare in lingua inglese e polacca:

Rozalia_Celakowna Inglese.pdf (537,2 kB)

Rozalia_Celakowna Polacco.pdf (528,3 kB)

 

 
 
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